TOLO TOLO è ognuno di NOI

Il risultato di pubblico sta nel box office del primo giorno di proiezione che registra 8,7 milioni di euro (8.680.232 a essere precisi) diventando il film con il miglior incasso di sempre nella storia del cinema italiano nelle prime 24 ore di programmazione, superando il record che fu del suo precedente “Quo Vado?”.
Esistono film “più belli” che avrebbero meritato di guadagnare più di questo ? certamente! Aldilà delle logistiche di mercato: cinepanettoni, lanci pubblicitari studiati, faide politiche inesistenti; Zalone porta a tavola tematiche scomode e prepotenti, che fanno parlare i mediocri e vedono crollare gli schieramenti privi di un’ideologia strutturata! Il caro Checco, con il suo disincanto scorretto, mantiene il carico comico dei suoi “vaffa” mettendo alla frusta cinismo italico, la pizzica contaminata, la nuova politica di mestiere priva di competenze. Si sogna con la nazionale di calcio di atleti di colore e con momenti da cartone animato a impostazione musical; di fatto il tutto è imbastito da una colonna sonora: inno al “bel paese!”
“TOLO TOLO” non è un film sull’immigrazione, sul razzismo, sul fascismo; Tolo tolo è un film che porta lo spettatore a proiettarsi e ad identificarsi ora nell’italiano, griffato, rovinato dalle idee di falsa innovazione, diseredato dalla stessa famiglia che lo desidera morto e che come unica amica ha una costosa crema antirughe; ora con chi non avendo nulla, preserva ancora tutto: i sogni, il desiderio di libertà, la dignità!
Questo film non fa ridere, no, fa piangere! Ci si sente presi in giro, il sentimento che resta è la vergogna e lo sdegno.”Tu non capisci…” gli dice la ragazza alla fine: infatti noi non capiamo. Non c’è un solo momento del film in cui Zalone si accorga realmente degli altri o rinsavisca, nemmeno alla fine. Questa forse è la sua critica più forte a tutti noi, lo scherzo più amaro. Non c’è lieto fine perché non c’è fine.
Ogni comportamento degli amici “Africani” viene frainteso e incompreso da Checco e dall’osservatore; perchè non siamo in grado di capire. Non siamo piú in grado di provare empatia.”Solo solo” è Dudu che impara a nuotare, lo è ogni straniero che affronta un viaggio verso un orizzonte sicuro. Ma ancora più solo è ogni italiano che vive nella falsità e nel malcostume generale, nel ruolo del ricco menefreghista che può permettersi un suv, e che seppure inneggia a frasi razziste nulla sa di cosa sia il fascismo. Ignora la storia e di certo la ignora ancora oggi senza speranza di essere soggetto portante di cambiamento. È solo, davanti ad uno stato ostativo e impervio, con il deserto etico a livello sociale e politico, con la non pervenuta istituzione della famiglia, con l’assenza di una relazione amorosa appagante. Solo l’amore puó contrastare ogni insulso pensiero, ma chi, oggi, è in grado di amare, amare davvero?
Una risposta.
Ottima lettura, brava dottoressa.
SARA