MMPI: il questionario di valutazione della personalità

I questionari di personalità fanno parte dei cosiddetti strumenti oggettivi di misura delle caratteristiche psicologiche. Richiedono l’autodescrizione delle caratteristiche personali, sulla base di risposte ad asserzioni che possono applicarsi o meno al soggetto, e forniscono una rappresentazione quantitativa delle caratteristiche studiate. Possono essere costruiti sulla base di una specifica teoria della personalità o empiricamente. I questionari di personalità presentano, come tutti i test, problemi di validità e attendibilità, e pertanto lo psicologo prima di utilizzare lo strumento deve conoscerne le caratteristiche psicometriche. Sono spesso usati con finalità diagnostiche, ma i dati devono sempre essere integrati dal giudizio clinico. Il più noto e utilizzato questionario di personalità è il MMPI-2.
Il Minnespta Multiphasic Personalitu Inventory ha lo scopo di individuare le caratteristiche strutturali della PERSONALITA’ e la presenza di eventuali disturbi psicologici. È costituito da 567 item che comportano risposte dicotomiche, di tipo vero/falso. Può essere facilmente somministrato, con una durata di circa un’ora e trenta minuti. Ne esistono due versioni: una per gli adolescenti e una per gli adulti. Per la sua leggibilità e comprensione è richiesto un grado di istruzione conseguibile con il completamento della scuola dell’obbligo. Un minimo di cooperazione e di impegno è necessario per rispondere in modo adeguato al questionario. Il test possiede meccanismi di controllo interni (scale di validità), che permettono di rilevare se i criteri sopra indicati vengono soddisfatti.
L’ MMPI nella sua forma originaria è stato costruito su base empirica, sottoponendo a vari gruppi di pazienti con diagnosi di uno specifico disturbo mentale (ipocondria, depressione, isteria, psicopatia, paranoia, psicoastenia, schizofrenia, ipomania), e a soggetti normali, rappresentativi della popolazione del Minnesota, un numeroso gruppo di asserzioni indicative di problemi psicologici. Per ogni gruppo di pazienti furono individuati gli item che lo discriminavano sia dai normali, sia dagli altri gruppi clinici, e gli item così ottenuti furono raggruppati in otto scale cliniche (Hs, D, Hy, Pd, Pa, Pt, Sc, Ma), a cui furono aggiunte due scale addizionali (mascolinità/femminilità e introversione sociale) e quattro scale dette di validità o di controllo, atte a valutare i possibili atteggiamenti nei confronti del test ( Non so, Menzogna, Frequenza, e Correzione), per un totale di 550 item.
Rispetto alla versione MMPI originaria, il MMPI-2 è stato modificato con la modernizzazione del contenuto e della forma linguistica di alcuni item, l’eliminazione di item considerati intrusivi, ambigui o obsoleti, e l’aggiunta di nuovi item. Il test nella sua forma definitiva ha mantenuto le 10 scale cliniche e le scale di validità tradizionali, a cui sono state aggiunte 3 scale di controllo (VRIN, TRIN, F-Back), 15 scale di contenuto, e alcune scale supplementari. Dal 1992 è disponibile anche la forma per adolescenti (MMPI-A), composta da 478 item, riducibili a 350.
L’utilizzo dell’ MMPI-2
Questo test trova applicazione in molteplici e differenti ambiti:
Nel campo della selezione dei soldati sono sempre ampiamente impiegati i test psicologici e i questionari di personalità, come il MMPI® – Minnesota Multiphasic Personality Inventory®-2 e numerosi test di livello intellettivo.
In ambito di selezione del personale, valutazione dei partecipanti a concorsi etc…
In ambito clinico permette al professionista di svolgere una adeguata valutazione psicodiagnostica e dare contezza quantitativa anche al paziente, rendendo una restituzione concreta e oggettiva. Fornisce informazioni sul funzionamento della personalità, sia normali che patologiche, inoltre, fornisce dati che riguardano la compliance al trattamento.
In ambito forense, il MMPI-2 è uno dei test clinici più frequentemente utilizzato, in molti casi giudiziari è scelto per fornire informazioni utili sulla personalità dei protagonisti. Attualmente sono pochi i professionisti che utilizzano strumenti specifici, i cosiddetti Forensic Assessment Instruments (Gulotta, Villata, 2002). All’interno di un contesto forense, l’ordinanza del Giudice potrebbe portare un professionista psicologo ad utilizzare il test MMPI-2 durante il ricorso in giudizio per ottenere la collocazione prevalente o l’affidamento dei figli, per indagare e tracciare il profilo della personalità di un imputato, o della vittima stessa per misurarne la veridicità e le conseguenze di un evento traumatico. Viene spesso usato in procedimenti di Danno morale, lesioni personali etc…
L’impiego dell’ MMPI-2 per la valutazione delle competenze genitoriali
L’introduzione della legge 54/20061 (Legge 8 febbraio 2006, n. 54: “Disposizioni in materia di separazione dei genitori e affidamento condiviso dei figli”) ha fornito nuove importanti indicazioni sulla disciplina dei rapporti e delle responsabilità dei genitori con i figli minori in occasione della rottura dell’unità familiare. Sempre più spesso, infatti, le situazioni di separazione conflittuale richiedono valutazioni psicogiuridiche di un esperto che viene chiamato dal Giudice per fornire un contributo tecnico utile, nella tutela del benessere psicofisico dei minori coinvolti, attraverso una Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU), indagine psicologica prevista dall’articolo 61 del Codice di Procedura Civile.
Il CTU ha il compito di valutare le competenze genitoriali delle parti in causa, allo scopo di rispondere al quesito inerente il miglior regime di affidamento e collocazione dei figli. È lo psicologo quindi che si deve esprimere, in qualità di esperto, riguardo la salute mentale ed emotiva del genitore, valutare i possibili problemi di adattamento e le questioni legate allo sviluppo dei bambini coinvolti. La capacità genitoriale rappresenta sicuramente un concetto molto complesso. I metodi e gli strumenti di valutazione della genitorialità sono molteplici, nell’intento di indagare i fattori individuali, familiari, sociali e dell’ambiente di vita, e le loro reciproche interazioni riguardo al funzionamento genitoriale (Di Blasio, 2005).
Nel contesto di separazione conflittuale, è stata scoperta una interessante correlazione tra la Sindrome di Alienazione Genitoriale (PAS) e l’elevazione di particolari scale nel MMPI-2: studi scientifici hanno rilevato che i genitori alienanti mostravano punteggi più elevati rispetto alle scale che indicano l’utilizzo di difese primitive, mentre i genitori alienati erano simili al campione di controllo (Gordon et al., 2008). Nello specifico, i risultati indicano che le madri che mostravano comportamenti alienanti ottenevano punteggi significativamente elevati alla scala K e bassi alla scala F (Siegel, Langford, 1998).
Bibliografia
- Di Blasio, P. (2005). Genitori e figli oltre la crisi: la valutazione delle competenze parentali tra rischio e protezione. Milano, Unicopoli.
- Gordon, R.M., Stoffey, R., Bottinelli, J. (2008). MMPI-2 Findings of Primitive Defenses in Alienating Parents. The American Journal of Family Therapy, 36:211-228, 2008.
- Gulotta, G. (2016). La scienza psicosociale nell’affidamento dei figli. Il protocollo di Milano. Giuffrè Editore.
- Gulotta G., Villata L. (2002). L’attività degli psicologi italiani in campo giuridico, in La Professione di Psicologo, n. 3, 2002, pp. 5-12.
- Siegel, J.C., Langford, J.S. (1998). MMPI-2 Validity Scales and Suspected Parental Alienation Syndrome. American Journal of Forensic Psychology, Volume 16, Number 4, 1998, p. 5-14.